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Almeno una volta, dai genitori o dal dentista, ti sarà capitato di ricevere raccomandazioni rispetto alla pulizia dei denti. Se è così, sappi che entrambi stavano cercando di aiutarti a prevenire fastidiose malattie del cavo orale.
L’utilizzo quotidiano di uno spazzolino a setole morbide e di un dentifricio adeguato alla sensibilità gengivale, sono le armi migliori per difendersi dai nemici della salute orale, come placca e tartaro.

Rimuovere correttamente i residui batterici permette di prevenire la formazione di accumuli di tartaro e andare incontro a gravi malattie delle gengive, come gengivite e parodontite.

Nei prossimi paragrafi, insieme ai professionisti dello Studio dentistico San Sisto 2000, andremo ad approfondire cosa si intende per placca e tartaro, quali sono le conseguenze di una scarsa igiene orale e come prevenire e trattare le diverse patologie.

Tartaro e placca: definizioni


Ogni qualvolta assumiamo carboidrati, zuccheri semplici o lipidi, sulla superficie dei nostri denti (ove naturalmente sono presenti batteri) si forma una patina trasparente, causata dall’accumulo di residui di cibo e microrganismi patogeni.
Quando questi residui non vengono rimossi in modo accurato con l’igiene orale quotidiana (per un periodo superiore alle 8 ore circa), il rischio è quello che si mineralizzino, dando origine al tartaro.

Di colore giallastro- marroncino, il tartaro deriva da un processo di mineralizzazione della placca che, lasciata agire a lungo si trasforma in una sostanza appiccicosa, depositata sulla superficie del dente, sulla rima gengivale o addirittura sotto la gengiva.

Una presenza di tartaro superficiale può passare inosservata per un primo momento; purtroppo, col passare del tempo, questo accumulo di batteri assorbe i coloranti del cibo (come caffè, thè o vino), diventando un vero e proprio pericolo per la salute dei nostri denti.

Sintomi e conseguenza del tartaro grave

Sottovalutare la formazione di tartaro non è mai una buona idea. In mancanza di una pulizia dentale professionale semestrale, non è possibile eliminarein modo efficace le calcificazioni e salvaguardare così la salute del cavo orale.

Inizialmente il tartaro si presenta come una sostanza dura e mineralizzata presente sulla base del dente o sullo smalto; un’azione prolungata di questo agente causa infiammazione e arretramento gengivale, carie e la formazione di tasche parodontali, sacche poste tra dente e gengiva dove si depositano i batteri.

L’accumulo di tartaro sopra gengivale e sotto gengivale è una delle cause più frequenti di parodontite.

Trattamento e rimozione del tartaro

Recandosi dall’igienista dentale almeno due volte all’anno è possibile tenere sotto controllo la formazione del tartaro e i batteri ed effettuare la detartrasi.

Questo trattamento prevede l’utilizzo di uno strumento chiamato curette, che può essere elettrico o a ultrasuoni ed è in grado di “spaccare” il tartaro sopra e sotto gengivale. A seconda della gravità dell’infiammazione la durata del trattamento potrà variare da 20 minuti a un’ora e non sarà dolorosa.

Un’accurata detartrasi sopra e sotto- gengivale è l’unico metodo efficace per rimuovere residui sedimentati, prevenire malattie delle gengive e la perdita dei denti.

Prevenzione

Prevenire la formazione di tartaro è possibile. Tuttavia, è necessario prestare particolare attenzione durante la pulizia quotidiana: solo con l’utilizzo di filo interdentale e idropulsore (o doccetta intraorale) sarà possibile eliminare davvero ogni residuo di cibo.

La modifica di alcune cattive abitudini come alcol e fumo, una dieta equilibrata ricca di fibre e una moderata assunzione di zuccheri semplici contribuiranno a diminuire il rischio di carie e tartaro.

Trattare gli accumuli di tartaro è compito di un’igienista dentale.
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